Ritornerò ad Otranto

Otranto: facciata e mosaico del pavimento della cattedrale
Otranto:  particolare della facciata della Cattedrale, eretta nel 1080, e il prezioso mosaico del pavimento raffigurante un grande albero i cui rami formano dei cerchi entro i quali sono rappresentate storie tratte dalla Bibbia, scene cavalleresche, animali, segni dello Zodiaco ecc.

Il giorno che vorrò prendermi delle vacanze da tranquillo, dignitoso signore di mezza età,  le passerò a Otranto  così Giuseppe Bozzini mostrava il suo malinconico amore:

Magari sceglierò un periodo meno affollato di bagnanti: il maggio già radioso e caldo, o il dolcissimo  ottobre, perché Otranto è città di nobile silenzio, di sommessa solitudine, in certe ore pare immobilizzata da un incantesimo.
Salirò alla Cattedrale e camminerò sull’immenso mosaico (ha resistito ai bivacchi degli Ottomani), risalendo ogni ramo del gigantesco albero che prete Pantaleone distese sul pavimento, discutendo ogni figura (Alessandro Magno, il liocorno, Adamo, re Artù, le Erinni, il drago, le sfingi, la regina di Saba, i segni dello Zodiaco, Caino, Diana) di questa disordinata ma vigorosa  Commedia, compendio di tutto lo scibile medievale, dei terrori, della fede, delle superstizioni, dei miti di un’epoca…
Camminerò, al tramonto, intorno e sugli spalti del castello, poderoso, immenso; e inutile, classico esempio di stalla chiusa dopo la fuga dei buoi. Lo costruirono, infatti, dopo la famosa strage turca del 1480, quando la città fu distrutta, gli abitanti sterminati e ottocento dei superstiti, che non vollero rinnegare la loro fede, trucidati sul colle della Minerva. E se oggi il castello è malconcio, non furono le bombarde a ridurlo così, ma semplicemente il tempo che passa, il tramontano che qui non scherza, e l’indifferenza degli uomini…
E tornerò, più volte, a Porto Badisco, lungo la strada che sfiora, sul colle, la chiesa degli Ottocento Martiri, sale il brullo terrazzo costiero, si spinge all’estremità orientale d’Italia, poi scende, la strada, in una conca. Nella conca c’è Porto Badisco: un piccolo fiordo mediterraneo. Una bellezza fatta di niente, un po’ rozza, vera. Per questo, forse, eccezionale. Da gustare in solitudine…
Tornerò, passando per la tortuosa via centrale della città immersa in un diafano colore antico, alla Chiesa di San Pietro, a riguardarmi gli antichi affreschi, mille anni da quando li dipinsero, sotto la piccola cupola buia, la forza arcana di un’antica fede…