Caciocavallo podolico del Gargano, formaggio di Puglia

Tra i tanti formaggi, il Caciocavallo podolico, presidio Slow Food,  è un formaggio tipico della Puglia ed è molto apprezzato nel Gargano. Sembra che il nome derivi dall’accoppiamento delle forme che, legate assieme, venivano fatte stagionare su un bastone orizzontale.

Storia del caciocavallo podolico del Gargano

Autentico prodotto di eccellenza, il caciocavallo podolico è un formaggio richiestissimo che si ricava dal latte di vacca podolica allevata allo stato brado, con una grande capacità ad adattarsi ad ambienti difficili e freddi nei pascoli del Gargano ricchi di erbe aromatiche.  Le vacche podoliche le troviamo  nell’entroterra del territorio allo stato libero e spesso  nelle masserie avviene la caseificazioneSono presenti a  Monte Sant’Angelo,  sulle alture di San Nicandro Garganico, nelle aziende locali a conduzione famigliare di Rignano Garganico e San Marco in Lamis, nelle aree interne di Carpino e Mattinata e infine nei boschi di Vieste verso Santa Tecla. Oggi nel territorio del Gargano sono 350 i capi iscritti al Libro Genealogico, e altri  sono in via di registrazione.

Caciocavallo podolicio: vacca podolica del Gargano

La vacca podolica si distingue per le corna a mezzaluna e  il mantello di colore grigio scuro.

La lavorazione del caciocavallo podolico garganico

Esso viene prodotto artigianalmente, in deroga alle normative comunitarie, deroga concessa riconoscendo unici i sistemi di lavorazione ed originali gli attrezzi usati per la produzione di questo squisito formaggio. La pasta, ancora calda, viene tagliata a fettine, messa in una apposita “tiella” dove viene impastata con acqua bollente, effettuando un movimento rotatorio con “l’ammassatoio“, dopodichè la pasta viene dapprima allungata, aggomitolata ed infine appallottolata in base alia pezzatura desiderata e sagomata, dando la tipica forma del “caciocavallo“. Il caciocavallo può essere piccante o dolce a seconda del caglio usato.

Il Caciocavallo Podolico è un formaggio che si presta alle stagionature prolungate.

Occorre un periodo di stagionatura minimo di 6 mesi prima del consumo, ma si può stagionare molto più a lungo; quando e più maturo assume complessi profumi di pascoli e spezie ed una persistenza gustativa inimitabile. Si serve sia come antipasto che come dessert; a fine pasto può essere consumato da solo oppure accompagnato da ottimo miele di agrumi del Gargano.

Con lo stesso latte vengono prodotti squisiti latticini. In questo caso la cagliata si lascia riposare per 3 ore, senza romperla, poi, con l’aiuto della schiumarola, viene disposta sul “mangano” dove viene allungata a trasformata nella forma desiderata: mozzarelle, trecce, nodini, scamorze.

Stagionatura in grotta del caciocavallo podolico del Gargano
Stagionatura in grotta del caciocavallo podolico del Gargano

Il caciocavallo stagionato o quello fresco  fanno sicuramente bene alla salute perchè in 100 grammi di prodotto ci sono: 37,70 proteine –  31,10 lipidi – 0,0 glucidi – 0,0 fibra alimentare –  colesterolo mg 102,00 e calorie 431,00 Kcal.

Un buon caciocavallo podolico è sempre grasso ed è il grasso che da’ forza, sapore e aroma. Il caciocavallo light sta al vero caciocavallo come una bambola gonfiabile sta a una donna.

Ogni sagra paesana nel Gargano offre come prodotto principale il caciocavallo fresco, stagionato o alla brace. Tra le sagre gastronomiche ricordiamo quella  di Rignano Garganico, di Cagnano Varano, di Apricena durante le quali si mangia anche la carne podolica.

Il caciocavallo podolico  alla Brace

Gli ingredienti per questa ricetta: Caciocavallo fresco: 800 gr. circa.
Si taglia il caciocavallo in fette e si mette  su una piastra piatta ben calda, quando è ben dorata  da ambo le parti si serve. I vini consigliati per l’abbinamento sono: Castel del Monte bianco, Rosato del Salento o il Prosecco d’Araprì vino spumante con metodo classico di San Severo.

 

I prodotti slow food nel Gargano

Ricordiamo che altri presidi Slow Food nel Gargano oltre al caciocavallo podolico, sono:  gli agrumi del Gargano, l’anguilla di Lesina, la fava di Carpino e la carne di vacca podolica.