OTRANTO, la città più orientale d'Italia, situata sulle sponde del
canale omonimo che segue l'imboccatura dell'Adriatico, è oggi un frequentato
centro balneare. Anticamente era la città di Hydrunfum, forse fondata in età
messapica dai Tarantini sulla foce del fiumicello Idro.
Grazie al suo porto, già fiorente ai tempi di Roma, Hydruntum
divenne nel Medioevo uno dei più importanti centri del dominio bizantino in
Italia e la capitale della
penisola salentina che da allora si chiamò «
Terra d'Otranto ».Ai tempi delle Crociate, Otranto si animò del via
vai delle spedizioni per la Terra Santa, s: arricchì dei vivaci traffici
che i mercanti di ogni Paese svolgevano nel suo porto.
Quella vita così intensa fu però stroncata, tragicamente, nel terribile anno
1480, allorché la flotta turca, al comando di Achmed Giedik, approfittò
della guerra fra Venezia e gli Aragonesi per assediare la città
con 145 navi.
Gli Idruntini resistettero per 15 giorni, e l'eroica difesa costò molte
vittime.
L'11 agosto, piombati alla fine sulla città, i Turchi irruppero nella
Cattedrale e fecero strage del vescovo, del clero e del popolo che vi si era
rifugiato.
A questo massacro seguì quello, ancora più orrendo, compiuto il giorno 14: sul
vicino colle della Minerva, 800 Idruntini che non volevano rinnegare la propria
fede furono barbaramente trucidati.
L'arino seguente, Otranto fu ripresa da Alfonso d'Aragona e munita di
potenti fortificazioni contro il pericolo di nuovi assalti. Ma il destino di
Otranto era ormai segnato per sempre. Quella strage, infatti, aveva
spopolato la città, e quel terrore rimase per sempre nella memoria dei
superstiti.
Gli Idruntini, ancor oggi, chiamano con il nome di « martiri » le vittime del
massacro; tuttora ne venerano le ossa racchiuse in una cappella del Duomo...
Otranto si potrebbe definire un luogo sospeso fra l'Europa e l'Oriente.
Nell'abbagliante luce solare delle sue vie, strette e contorte, l'architettura
del passato si delinea con stupefacenti dettagli, quali un balcone spagnolo, un
loggiato andaluso, un portone barocco.
Fra le « cose da vedere », colpisce soprattutto la magnifica
Mappa di Otranto
— Cattedrale, eretta in epoca normanna (secolo XI) e restaurata
nel Quattrocento.
Ammiriamo di essa: il rosone gotico sulla facciata; il grandioso e austero
interno basilicale, con un pavimento rivestito di un vastissimo e prezioso
mosaico eseguito nel 1166 dal prete Pantaleone; la Cappella dei. Martiri,
che conserva le ossa dei martiri e, sotto l'altare, la pietra su cui le vittime
furono decapitate; la stupenda cripta, vastissima, a cinque navate, con una
selva di 42 colonne dai bellissimi capitelli.
lAltr notevoli monumenti dì Ottante sono:
la Chiesa di San Pietro (secoli X-XI), interessante costruzione
bizantina, con tre piccole àbsidi e una cupola cilindrica;
il poderoso castello, eretto dagli Aragonesi nel 1485-1498, con
torrioni angolari e rinforzato con baluardi dagli Spagnoli;
la maestosa Torre Alfonsina, del 1481 che s'innalza sopra una delle porte
delle mura; e, infine, a circa due chilometri verso sud i ruderi della chiesa
della celebre Abbazia di San Nicola in Casale (secolo XII), distrutta dai
Turchi nel drammatico assalto de. l'anno 1480.
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