GARGANO
Etimologia: Il mistero del nome GARGANO
(Mont Saint Michele/Mont Gargan - Monte Gargano - San Michele/Gargano
di Antonio Romano)
Per i Celti il bosco sacro era il nemeton, termine che deriva
dalla stessa radice di nemus. Questo nemeton celtico era il “drunemeton” , il
boschetto sacro di querce ( gli unici santuari dei Britanni insulari e dei
Germani), luogo di riunione e di culto delle tribù celtogalate. Più in generale
era il “tempio druido” in mezzo alle foreste, appartato dal gruppo sociale del
quale era tuttavia il completamento spirituale indispensabile. Gli scrittori
romani ricordano il Gargano coperto da un'unica immensa distesa di foreste, il
“Nemus Garganicum” e Virgilio cita il Gargano e lo definisce “Nemetun Garganum”
foresta Garganica.
Si usavano spesso anche i dolmen ( ad es. quello di Molinella a Vieste distrutto
da uno sbancamento nel 1981 <<dolmen-Cippoloni Sampò – 1981>>) ed i menir
megalitici, già realizzati dalle precedenti civiltà, per rappresentare una
continuità tra l’uomo ed il firmamento.
Su pietre tombali risalenti al VII-VI sec a.c. , oggi custodite presso il museo
di Manfredonia, rinvenute tra la foce del Cervaro e quella del Candelaro, dove
probabilmente sorgeva la Siponto preromana. In esse si trovano di versi elementi
iconografici che fondono fatti di vita quotidiana e scene di combattimento, in
cui i guerrieri indossano elmi tipici della tradizione celtica.
Le credenze relative al boschetto sacro di Barenton , dove si era ritirato
Merlino, esplicitano la funzione rappresentata in passato dai nemeton celtici.
Del resto Barenton è la deformazione di Belenon, Belenus e/o BELENOS., il dio
solare Gallico e protettore delle pecore e del bestiame ( la più importante
divinità della Gallia fino al 2.000 a.C., il suo culto era diffuso “ nell’ex X
Regio Agustea “ ad Aquileia (Ud) , da cui deriva il culto Mitraico, raffigurato
in una grotta con mantello, mentre viene sacrificato un toro e ai suoi piedi vi
è uno scorpione ) il cui culto era diffuso nel nord/est d’Italia e in Liguria.
<< O. Janovitiz – il culto solare nella X Regio-Ce.S.D.I.R.>>). BELENOS è il
padre di GARGAN dio silvestre . GARGAN è il pino con il quale Merlino è in
stretto rapporto nella leggenda , al punto di essere considerato il progenitore
del Garganatua di Rabelais << Jacques Brossé – Mitologia degli Alberi – p.
164>>. I Romani identificarono indistintamente con Apollo una schiera di
differenti divinità galliche tra cui, in particolare, Belenos.
Ed infatti per i Galli la loro divinità <<Henri Dontenville - Mythologie
française>> era un essere che era Padre e Figlio a un tempo. Come Padre, si
chiamava BELENUS; equivaleva sostanzialmente ad Apollo, era il grande dio solare
originariamente adorato dalle popolazioni pre-indoeuropee. In qualità di Figlio
era sentito come più vicino alla terra, in qualche modo legato alle pietre, agli
alberi e alle acque; si chiamava GARGANO.
Il territorio francese, per limitarci a questo, è costellato di luoghi il cui
nome si collega etimologicamente a quello di Belenus ( o Belen in francese) o di
GARGAN. Si tratta, a seconda dell'evoluzione fonetica delle varie zone, antiche
roccheforti dei Galli, Gergobina e Gergovie; a Guérande, il castello Gorgon; si
tratta di fiumi: Gorganne, Gorgonne, Gargonne, Gargonde; di alture: Gargatte,
Jariatte... Non è raro che i due nomi si affianchino; oppure - e può essere
ancor più sintomatico - non lungi dal luogo che richiama Belenus sopravvive (o
sopravviveva fino a poco fa) una leggenda popolare il cui eroe è un gigante
perlopiù chiamato Gargantua.
Purtroppo sappiamo ben poco dell'antico Gargantua. Dovette essere un personaggio
di una certa importanza se, come nota Markale, la toponimia francese presenta
una gran quantità di luoghi detti «passo di Gargantua», «poggio di Gargantua» e
simili. Ritroviamo inoltre questo nome in toponimi quali il Mont Gargan nel
Limousin, il Livry-Gargan nella regione parigina e persino nel nome del Monte
Gargano in Italia <<Markale 1985>>.
Beleno in Francia è un altro protagonista della venerazione del popolo
celtico-cristiano è san Michele Arcangelo, l'angelo guerriero che brandisce la
spada ed abbatte il dragone, a cui sono dedicati numerosi santuari in tutta
Europa, come quello famoso di Mont-St.-Michel, in Francia, un tempo luogo sacro
ai Druidi con il nome di Mont Bélaine, il Monte di Belenus.
Il celebre
Mont Saint Michel fino al XIII sec portava ancora il nome di Mont
Gargan ( all’epoca il Gargano era individuato con lo stesso nome Monte GARGAN
o Monte Gargano )
e la roccia vicina si chiama ancora oggi Tombelaine, ossia tumba Beleni, la
tomba di Belenos.
Nella basilica di San Michele a Monte Sant’Angelo sulle iscrizioni sulle mura,
l'analisi dei nomi, fatta dagli studiosi dell'Università di Bari, denota una
netta prevalenza di popolazioni longobarde. Vi sono tuttavia anche iscrizioni
incise nell'antico alfabeto runico che tramandano nomi dell'area britannica.
Certo è che tra la fine del IV e 1’inizio del V secolo la grotta del Gargano era
già sede di culto, come attestano alcune iscrizioni dalle quali si ricava che
già esisteva al riguardo un pellegrinaggio di una certa portata.
Parrebbe infatti che l'angelo della tradizione cristiana incarni le
caratteristiche del dio luminoso Lugh-Belenos, un dio che esprimeva la funzione
guerriera e sacerdotale .
Tra l’altro l’analogia molto stretta fra il testo dell’Apparitio sancti
Michaelis e quello della leggenda della fondazione di Mont - Saint-Michel detto
“au péril de la mer”: che il luogo si denominasse, ancora alla fine del
Medioevo, “Mont GARGAN”,è stato posto nel folklore francese in rapporto con un
mitico figlio del dio Belenos cui si attribuiva appunto quel nome, e che è
divenuto poi il gigante Gargantua
Così non vi è stato bisogno di un gran cambiamento, in un periodo di conversione
dei tempi pagani in luoghi di culto cristiani, per farne di queste divinità
celtiche come BELENUS GARGAN un San Michele Ministro delle collere divine in un
tempio sacro ai Druidi il cui nome si collega etimologicamente a quello del
nostro territorio “GARGANO”.
Così da potersi arguire che quelle popolazioni scesero fino allo Jonio,
rasentando i grandi boschi del Gargano, fossero i primissimi abitatori del
Gargano , gli aborigeni italici che Virgilio poeticamente fa nascere come le
driadi delle querce << M. Vocino – Lo Sperone d’Italia 1914>>.
“Il famoso “Periplo di Silace”, (viaggiatore e geografo greco 522-485 a.C.)
attesta la presenza di indigeni di lingua celtica insediati nell’est italico già
dal VI secolo e descrive le tribù celtiche presenti sulla costa adriatica a
contatto con i Veneti” (pag. 21).
Gargantua, questo personaggio sembra essere stato uno degli Dei più importanti;
il suo dominio superava l’area di estensione dei Celti forse la sua origine
risale al periodo pre-celtico, cioè a quello megalitico.
Esso infatti è sempre legato ai menhirs o ai dolmens, che la tradizione popolare
considera suoi giocattoli.
Nelle cronache del XII sec, Giraud de Cambrie lo identifica come figlio di
Belenos, ma non si hanno notizie antecedenti sull’origine di questo Dio.
Gargantua è molto conosciuto nella Bassa Bretagna.
A Brasparts e a Quimerc’h si dice che egli sia alto due volte la roccia di
Pleyben e i megaliti che si trovano tra Elon e Huelgoat devono a lui la propria
origine; a Laz invece, si considera la Punta di Raz come sua dimora. Esiste
anche un dolmen in rovina, nei pressi della cappella di Saint Herbot, che porta
il nome di Be Gewr, la Tomba del Gigante.
Nella Bretagna orientale si trova poi il luogo della sua nascita: il Capo
Frèchel, che è situato nella regione un tempo denominata Belerion, ad indicare
la terra votata a Belenos.
Come si può notare, spesso i nomi di Gargantua e Belenos si trovano appaiati ed
è stato questo probabilmente l’elemento che ha fatto pensare i cronisti del XII°
secolo ad una parentela fra i due.
La presenza del gigante, così consistente in tutta la Bretagna, è riconoscibile
anche in molta parte della Francia e persino in Italia: basti pensare al Gargano
in Puglia.
Grande mangiatore e bevitore, capace di incredibili prodezze aiutato dalla sua
grande corporatura, Gargantua era un gigante buono; in tutte le tradizioni egli
appare sempre benvoluto, simpatico e le cristianizzazione non è mai riuscita a
intaccare questa reputazione di Dio bonario e allegro.
Egli si manifesta spesso sotto le spoglie di un pellegrino, tanto che a volte la
sua leggende viene confusa con quella dell’Ebreo errante.
Infine , visto che queste popolazioni conoscevano il segreto dell’arte di
lavorare la selce , ed erano dotate di un gran fiuto geologico, conoscevano la
navigazione, sarebbe da indagare sul rapporto del culto di Belenus-GARGAN e la
selce ( una via sacra collegata ad una via della selce ?).
Mappa e stradario
di tutti i paesi del Parco del Gargano -
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