L'itinerario proposto, sulla costa del Gargano da Mattinata a Vieste, alla scoperta delle grotte marine è di circa 5 miglia, adatto anche a chi ama poco il mare.
Le grotte marine del Gargano vennero scoperte e rese fruibili ai turisti nei primi anni '60 da un pescatore viestano, almeno così si racconta. Molte insenature e porti naturali proteggono il crocerista sulla costa da cambiamenti repentini delle condizioni meteomarine.
Il proverbio marino non fallisce: «Scirocco chiaro e Maestrale scuro, maltempo sicuro». Vento predominante in estate è il Maestrale che, anche se impetuoso nelle ore più calde della giornata, non preoccupa la navigazione costiera essendo ridossata almeno fino a Testa del Gargono. La sciroccata è preannunciata da nuvole da sud e da venti poco stabili con aria afosa e umida. Solitamente non dura piu di tre o quattro giorni e un detto locale ne sintetizza l'evoluzione: «S'alza, s'incazza e muore».
In questa eventualità è consigliabile far riposare le nostre imbarcazioni e dedicarsi a qualche escursione nel centro storico di Vieste. Un altro pericolo per la navigozìone, specialmente per la piccola flottiglia diportistica estiva, è il Libeccio: di breve ma intensa durata. è spesso causa di incidenti dovuti per lo più anche ad imprudenza.
Da Mattinata a Vieste, tra grotte naturali e alte scogliere, si apre un panorama dal fascino selvaggio, dove nascoste nel verde si stagliano le torri d'avvistamento a testimonianza dell'antico passato e buone strutture e servizi ci accolgono nella terra di Puglia dove il mare è ancora intatto e forte è il richiamo della natura.
La costa del Gargano si presenta bassa, sabbiosa e priva di quelle attrattive naturali e paesaggistiche spesso ricercate nell'immaginario di paesi lontani. Eppure, quando ci ritroviamo a planare in gommone lungo un tratto della costa garganica, magari per una battuta di pesca o per il semplice piacere del contatto con il mare, ci accorgiamo con notevole sorpresa, che forse l'immaginario è lì a portata di mano, a poche ore dalla nostra scrivania d'ufficio o dall'affollato supermercato.
Raccontare il Gargano senza lasciarsi trasportare dalle emozioni è molto difficile. 250 chilometri di costa che si snodano in un capriccioso rincorrersi di spiagge, pareti a picco e calette solitarie con un mare intatto e cristallino, fanno di questa terra un'ambita meta del turismo nautico.
Nelle 15 miglia di costa sud orientale, da Mattinata a Vieste, è concentrato l'aspetto più affascinante e selvaggio,ed anche le poche strutture ricettive sono inserite con molta discrezione e senza alterare il fràgile equilibrio naturale.
MATTINATA
Il porticciolo di Mattinata, a un paio di chilometri dall'abitato, è il punto più comodo per iniziare un'escursione in barca. Qui, un attrezzato scivolo in cemento e un parcheggio custodito permettono di abbandonare la terraferma per partire in tutta tranquillità.
Il porto, riparato dai venti da un molo banchinato di circa centotrenta metri, rimane scoperto dai venti di Libeccio. Due Circoli nautici con pontili galleggianti offrono un buon ormeggio a un centinaio di imbarcazioni e d'estate un'officina specializzata garantisce anche l'assistenza meccanica. Acqua e carburante, non disponibili in banchina, sono reperibili nel vicino paese. Sono numerosi i campeggi sul mare, che fanno di Mattinata una colorata cittadina balneare.
Usciti dal porto e diretta la prua verso Nord Est, inizia la magica alternanza di spiagge, di baie inaccessibili da terra e pareti a picco che si specchiano in un mare dalle cento tonalità.
Dopo poche miglia, doppiata Punta Agnuli, si giunge nella piana di Mattinatella, riconoscibile per il campeggio situato a pochi metri dalla lunga spiaggia ghiaiosa.Un pericolo alla navigazione costiera, specialmente di notte, è rappresentato dal tratto di mare immediatamente prima di Fontana delle Rose, dove c'è un allevamento di pesce con grandi vasche galleggianti ancorate al fondo. Una profonda insenatura con due faraglioni caratterizza baia delle Zagare o baia dei Mergoli. Sovrasta la spiaggia l'omonima struttura alberghiere, raggiungibile con due ascensori scavati nella roccia.
Lasciando la baia, il paesaggio comincia a cambiare, agli uliveti a terrazza si sostituisce la tipica macchia mediterranea, con pini che sfiorano l'acqua aggrappati alla roccia nuda delle alte pareti a strapiombo.Dopo Baia delle Zagare , la costa è caratterizzata da veri capolavori di architettura naturale: le grotte marine scavate dal mare nella roccia calcarea. Esse rappresentano una delle attrattive più affascinanti e la grotta Campana, nella punta nord delle Zagare, ne è uno degli esempi più maestosi.
La Grotta Campana: un'erosione stratificata e circolare ne ha modellato la volta, dandole la caratteristica forma a cupola di campana alta una cinquantina di metri che termina con una spiaggetta dai colori fosforescenti per l'azione riflessa dei raggi di luce. L'accesso in barca nella grotta è consigliabile a motore spento, con l'ausilio dei remi, poichè i fumi di scarico del motore potrebbero rendere l'aria davvero irrespirabile e danneggiare il millenario lavoro della natura. L'uscita dalla grotta ci porta diretti nella cala di Vignanotica, una delle più incantevoli del promontorio. Se si vuole passare la notte qui è consigliabile mettere in secca l'imbarcazione, visto il ridosso poco sicuro.
Superata la spiaggia di Vignanotica, la costa assume toni sempre più caratteristici. Costoni di roccia calcarea si alternano a baie vergini che nascondono decine di grotte. Gli accessi, spesso angusti, rivelano interni incredibili che si sviluppano anche per centinaia di metri. I loro nomi evocano leggende antiche di sirene e guerrieri legate alla storia di queste terre. Ma eccoci finalmente a Pugnochiuso, la mitica località divenuta famosa nel mondo per la modernissima struttura alberghiera costruita nei primi anni Sessanta dall'allora presidente dell'Eni Enrico Mattei che, affascinato dai luoghi, spesso soleva trascorrere qui periodi di riposo ospite di pescatori e pastori.
Ottima la zona per la pesca subacquea: il relitto di una nave affondata durante la Seconda guerra mondiale, posizionato nei pressi del faro, nasconde tra i suoi rottami tane di corvine e saraghi e spesso è facile incontrarvi dentici in pascolo. Un altro relitto, a tre miglia fuori dal faro e segnato sulle carte nautiche, è un oasi per pesci stanziali e di passo, posizionato su di un fondale melmoso di circa venti metri e circondato da resti di reti a strascico: richiede molta prudenza a chi vi si immerge. La baia offre ridosso ai venti settentrionali e un piccolo molo adiacente la spiaggia permette un ormeggio veloce anche per una breve sosta a terra.
Superato Porto Piatto, sul profilo della costa si staglia imponente un'antica torre quadrangolare, la Torre dell'Aglio. Costruita nel 1600, è una delle meglio conservate torri saracene a testimonianza delle incursioni piratesche del passato. Saraceni e Turchi vedevano nei porti adriatici validissime basi d'appoggio per assaltare navi da carico e per fare razzie nelle città vicine, dove trucidavano e deportavano come schiavi gli abitanti. Fu giocoforza creare un sistema di avvistamento lungo le coste, per proteggere gli abitanti e le città. In epoche più recenti le torri hanno svolto anche funzioni anticontrabbando e di controllo medico, costituendo un vero e proprio cordone sanitario contro le epidemie di peste. Torre dell'Aglio è uno dei manufatti più imponenti e meglio conservati. La torre segna l'accesso a un vero e proprio porto naturale, Porto Greco. Chiuso da un braccio di roccia, offre sicuro riparo da ogni tempo e per ogni imbarcazione, avendo un fondale profondo anche quindici metri. L'assoluta mancanza di strutture e il difficile accesso da terra, ne fanno il luogo ideale per il campeggio nautico organizzato e autosufficiente. La spiaggia, in parte ombreggiata, il pungente aroma di resine e capperi, i colori contrastanti e la magnificenza del luogo fanno veramente dimenticare tutto e tutti.
Poche miglia ed ecco baia Campi, con i due isolotti che ne proteggono la spiaggia dai venti di Mezzogiorno e Scirocco. Qui, due campeggi ben attrezzati si intravedono nel verde dei pini. Questo posto, per la sua bellezza è meta ideale del turismo nautico, dei subacquei (per le ricchezze dei fondali adiacenti) e dei surfisti per la particolare posizione, sempre ventilata e con mare difficilmente molto mosso.
L'odore di pomodoro fresco e basilico e il profumo d'una brace con pesce fresco ci rivelano un ristorante caratteristico sul mare. La tentazione è forte e rafforzata dai prezzi invitanti, per cui buttare l'ancora e sedersi a tavola è operazione di pochi secondi.
Baia di Campi nasconde anche alcune tra le grotte marine più belle e famose dell'intero Gargano: la mitica grotta Sfondata, approdo di Diomede, la grotta Calda, chiamata così per le sorgenti d'acqua calda, la grotta dei Contrabbandieri e la grotta Campana Piccola. Superata Baia di Campi e doppiata Testa del Gargano, ci appare all'orizzonte Vieste. Tuttavia, raggiungerla tagliando al largo la costa può non essere una buona idea. Infatti, l'ultimo tratto roccioso in prossimità del capo più orientale del Gargano riserva ancora molte sorprese. Prima di arrivare davanti al paese incontriamo la baia di San Felice dominata dal maestoso Achietello e, infine, gli isolotti di Porto Nuovo, nei pressi del Centro turistico della Gattarella, all'inizio del lungo litorale sabbioso che arriva fino a Vieste e termina proprio ai piedi dei famoso monolite alto ventisei metri detto "Pizzomunno". Questo enorme faraglione, secondo un'antica leggenda sarebbe la pietrificazione di un pescatore viestano perdutamente innamorato di Desio e punito dalle sirene gelose.
VIESTE
Il caratteristico paese scavato nella roccia calcarea, ebbe grande importanza come porto nel 1250, quando vi approdò Federico II che fece costruire il castello, in seguito ampliato. Distrutta una prima volta nel 1400 dallo spietato pascià Acomat, subi l'assedio delle settanta galee del terribile Dragut nel 1554, terminato con la distruzione totale della cittadina e il massacro dei settemila abitanti.
L'attuale porto è oggi praticamente protetto da tutti i venti dominanti, grazie ai lavori di ampliamento ancora in corso di ultimazione, va trasformandosi da tipico porticciolo per pescherecci in un moderno porto turistico che nel prossimo futuro potrebbe diventare punto obbligato per molti croceristi sulle rotte della Grecia e della Turchia.
Qui, si può concludere la nostra mini crociera in uno dei tanti ristorantini sparsi qua e là nel centro storico di Vieste.
Piatti della tradizione viestana sono: i troccoli con pomodoro fresco, conditi con cacio e ricotta, oppure i lampascioni fritti, oltre alla minestra di fave e cicoria. Ma, ovviamente, la specialità è il pesce fresco, ancora abbondante sul Gargano: spigole, corvine e saraghi i più prelibati, ma anche triglie, seppie, polpi e calamari giungono direttamente dalla stiva dei pescherecci alle cucine delle trattorie. Piaceri per la gola che ben si sposano con i piaceri della navigazione lungo questa affascinante costa.