ARTIGIANATO


Alla società dei Dauni si ricollega un' intensa attività artigianale legata ad usi domestici, funerari o esclusivamente decorativi.
La ceramica più peculiare fra quelle prodotte localmente era a decorazione geometrica, la cui fabbricazione perdura dall'IX agli inizi del III sec. a.C. Sono tre i centri di produzione sino ad oggi riconosciuti: Canosa, Ordona e Ascoli Satriano, ma non è da escludere che anche in altri siti si fabbricassero vasi geometrici come, nel nord della regione, a Tiati. In ognuno di questi luoghi i manufatti presentavano caratteristiche particolari sul piano sia formale, sia decorativo, così come nella simbologia pittorica e plastica.
Particolarmente importante fu il centro di Canosa, la cui locale attività ceramista è confermata dal ritrovamento di fornaci relative alle attività produttive del VII secolo. La ceramica canosina, inoltre, si diffuse in una vasta area, raggiungendo, oltre il promontorio garganico centri del Piceno e dell'altra costa adriatica, mentre la produzione di Ordona e di Ascoli Satriano limitarono la loro diffusione ad ambiti squisitamente locali. 
Forme peculiari della ceramica geometrica della Daunia sono lo sphageion (olla con ampio labbro ad imbuto), l'askos (vaso otriforme) e il kyathos (attingitoio con alta ansa). Molto rigido il repertorio geometrico adottato nel quale prevale l'uso del motivo lineare: solo in rarissimi casi si riscontra l'inserimento di soggetti figurativi dipinti (scene di colloquio o d'offerta) o plastici (figure femminili); proprio della fabbrica d'Ordona è l'inserimento del c.d. simbolo solare, soggetto di composizione variabile, che schematizza il simbolo della barca solare di derivazione nord europea. Dal IV sec. a.C. i motivi geometrici vennero ad alternarsi con elementi vegetali (fogli di lauro con bacche, fiori di loto, ecc.) con una graduale modifica delle forme adottate ed innovazioni prodotte dall'ellenizzazione (kalathos, kantharos, crateri, ecc.).
E' conosciuta, invece, solo marginalmente la produzione di fittili con decorazione geometrica; si tratta in più casi di cavalli (Monte Saraceno, Ordona) o di tintinnabula (sonagli per bambini "Salapia"), anche in elaborazioni complesse,come nel caso di un carrettino trainabile portato alla luce ad Ordona.
Ai prodotti ceramici di importazione dall'area magno greca, che si diffondono a partire dal IV sec. a.C.(ceramica a figure rosse, suddipinta detta di Gnathia vernice nera ecc.) si affiancano progressivamente produzioni locali, nate per rispondere alla domanda della nuova committenza ellenizzata, specie nei centri di maggiore rilevanza come Arpi e Canosa. In questi luoghi furono attive anche botteghe di produzione di vasi decorati con il colore 'a crudo', che trovarono espressione a Canosa in forme di grandi monumentalità (olle, askos), arrichite dalla decorazione plastica.
Un' altra attività artigianale era quella legata agli elementi di decorazione architettonica di edifici privati e pubblici, in particolare alle antefisse fittili collocate all'estremità della tegola verso l'esterno.
Le antefisse maggiormente diffuse in Daunia erano del tipo circolare con Gorgoneion o plasmate a forma di conchiglia (ninbo), nella quale era iscritta una testa femminile. Numerose le officine, riconosciute in base ai tipi ed alle varianti, attive a Tiati, Ascoli Satriano, Lucera ed Arpi, ove il ritrovamento di matrici conferma la produzione locale.